L’altra che danza (traduzione di Leonarda Oliveri, Giovanni Tranchida editore)

Suzanne Dracius racconta una storia di intolleranza razziale al contrario
lundi 15 février 2010
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L’altra che danza

Poetessa, drammaturga e narratrice, Suzanne Dracius (Fort-de-France, 1951) ha diviso la sua vita fra la Martinica e Parigi.
Laureata in Lettere Classiche alla Sorbona, ha insegnato a Parigi, all’Université des Antilles-Guyane in Martinica fino al 1996 e negli Stati Uniti come “visiting professor”.
Rivelazione letteraria grazie al romanzo L’altra che danza, finalista al Prix du Premier Roman 1989, il suo corpus include due poemi in creolo con traduzione francese ; la raccolta di racconti Rue Monte au Ciel (2003, campione di vendite) ; saggi storici e il “fabulodramma” Lumina Sophie dite Surprise (2005).
È curatrice di antologie (Premio Fètkann Mémoire du Sud/mémoire de l’humanité 2005). Per la sue prima raccolta di poesie, Exquise déréliction métisse (2008) le è stato conferito il Prix Fetkann 2009.
Le sue opere sono tradotte in più lingue e studiate nelle università di tutto il mondo.
L’altra che danza è il romanzo dell’universo meticcio, che si svela dallo sguardo di due sorelle, Rehvana e Matildana ; l’una dai tratti quasi occidentali che lotta per far spiccare la propria negritudine, l’altra che vive con naturalezza le tracce delle proprie origini africane. Tra loro l’innocenza della piccola Aganila, spettatrice silenziosa sulla quale si concentrano i desideri e le aspettative di tutti.
Suzanne Dracius racconta una storia di intolleranza razziale al contrario : etica
ed estetica di una cultura non possono essere modellate nei salotti e nelle accademie in cui si finge di non vedere il nero della pelle e la memoria primitiva che esso occulta e protegge. Il sogno ostinato di Rehvana è allora il tentativo di un ritorno ai primordi, all’ascolto della natura che ha impresso la propria potenza nell’orgoglio e nei ricci ribelli della sua gente.
In un costante andirivieni tra Parigi e Martinica si incontrano tanti personaggi
diversi, ognuno a suo modo caratterizzato da un infantile e quasi tenero estremismo difficile da estirpare. Rehvana è alla ricerca di un’identità che, tuttavia, sente essere ben lontana dal modo di vivere di tutti i personaggi con cui entra in contatto. Anche la Martinica, approdo leggendario degli antenati in catene, restituisce una realtà molto diversa da quella decantata nei racconti degli esuli. Un turbine di profumi, sapori e riti magici lascerà emergere poco a poco come sia impossibile celebrare alcuna genesi senza prima risolvere la distanza dal proprio sangue, da Matildana, l’altra, sorella inflessibile che potrebbe diventare vera incarnazione di Madre Africa e della sua danza vitale.

« Sebbene lei stessa sia restia ad ammetterlo, Suzanne Dracius è diventata una delle voci femminili più importanti della Martinica... riesce a brillare nel panorama di una lunga tradizione letteraria e soprattutto in quella antillana… la sua scrittura è costantemente pervasa dall’umorismo. »
Jean-Pierre Piriou, The French Review, USA

Traduzione dal franco-martinicano di Leonarda Oliveri.

Titolo originale : L’autre qui danse [Motifs Le Rocher, Parigi 2007]

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L’ALTRA CHE DANZA nella traduzione di Leonarda Oliveri

Giovanni Tranchida Editore, 2010.